Gabriele Caproni photographer


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pubblicazioni-fotographia-05-07

FOTOgraphia
(2007)

   Articolo sulla mostra "MondoCane"


























"Distribuita nel tempo, oltre che nello spazio, la serie fotografica con la quale il toscano Gabriele Caproni celebra a proprio modo il mondo animale, concentrandosi sui cani che incontra per la strada, ha un valore fuori dall'ordinario, che va subito sottolineato. I suoi cani sono autenticamente e inviolabilmente tali, cani, e non imitazione di vita umana. Consentitecelo, la differenza non è da poco. Infatti, per lo più, il mondo animale è osservato e pubblicamente apprezzato soprattutto quando e per quanto gli stessi animali smettono di essere se stessi, per mutuare atteggiamenti e comportamenti dell'uomo. In genere, questo è lo spirito delle esibizioni al Circo, là dove nessun animale è naturale, ma sostanzialmente violentato: orsi con gonnellino che ballano a ritmo di musica, scimmiette con abiti da bambino che compioni gesti della vita umana e via discorrendo. Lo stesso motivo conduttore definisce e caratterizza molte edizioni librarie a tema, appunto confezionate per offrire una visione addolcita del mondo animale; il basso profilo di queste monografie illustrate, addirittura terribile e profanante, si rivolte a un pubblico di mentalità e orientamento analogalmente devastato.
Per questo l'osservazione originaria va ripetuta e rimarcata: raccolti e riuniti in una affascinante galleria fotografica, itinerante nel circuito espositivo della fotografia non professionale italiana, i cani di Gabriele Caproni sono lontani e estranei da questa compiacenza. I cani di Gabriele Caproni non ammiccano, perchè l'autore riseptta la loro dignità e personalità, appunto rappresentata in educata forma fotografica. A proprio modo, ognuno per sè e tutti insieme nell'incessante sequenza di immagini, ciascun cane afferma una dignità e personalità. Così che, le fotografie di Gabriele Caproni, classe 1966, socio del prestigioso Gruppo Fotografico Leica, arrivano a disegnare e definire un autentico mondo, parallelo e coabitante con la nostra stessa vita, che si svolge da sè e che è costellato di piccoli o grandi riti dell'esistenza animale. Certamente, non è più un mondo propriamente naturale, ma un mondo che deve fare i conti esistenziali con il proprio contenitore: ovvero, con l'inevitabile rapporto che lega e collega i cani ai propri padroni, e che ne guida i comportamenti.
Lo sguardo dell'autore si rivolge e sofferma proprio in questa direzione: Gabriele Caproni mette la propria fotografia a servizio. Tutto sommato, non esprime giudizi in merito, anche se l'apprezzamento dei soggetti e la complicità con la loro esistenza è manifesta e palese.  Invece, e più concretamente, l'autore registra, documenta, incasella e mette in ordine. Fino a che la cadenza originaria delle sue tante fotografie, che qui presentiamo in forma e quantità obbligatoriamente selezionate, definisce un ritmo di visione in una certa misura accompagnatorio. Fotografo del momento attivo della propria azione visiva, Gabriele Caproni divene garbata guida nei tempi successivi della visione.
Questo è lo spirito, senso e spessore della sua fotografia, che è autenticamente tale, appunto fotografia, per quel naturale racconto di vita che esprime applicando il proprio linquaggio specifico: colpo d'occhio, punto di vista, composizione e geometria all'interno dello spazio definito dell'inquadratura. Non scomodiamo qui inutili e superflue note critiche, che dal concreto della nostra osservazione potrebbero anche partire per effimeri voli tangenti, quelli delle parole vuote che significano nulla, non soltanto poco. Al cospetto di questa serena declinazione diretta della fotografia, che non intende raffigurare la Storia, ma raccontare storie da condividere, è soprattuto il caso di congratularsi con l'autore. E' soprattutto il caso di esprimere quella gratitudine che si riserva a coloro i quali, fotografi e non solo, non salgono in cattedra, ma hanno l'umiltà di stare accanto e al fianco dei propri interlocutori, che accompagnano in percorsi comuni. Nessuno è maestro, nessuno altro allievo, e tutti insieme godiamo nel dare (uno) e ricevere (gli altri).
Stiamo con Gabriele Caproni, nel rispetto dei suoi soggetti: ovvero nell'apprezzamento del mondo cane, che dipende dal nostro mondo, è pur vero, ma non ne ricalca gli stilemi." Angelo Galantini       

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